Nürburnein


Qualche mese fa si è discusso a proposito del Nürburgring, che per chi non lo sapesse, è uno dei luoghi sacri dell’automobilismo mondiale. Il tema era il divieto, rivolto in particolare alle Case automobilistiche, rispetto ai tentativi del “giro secco”. Prima di proseguire, occorre precisare che il circuito è in realtà un insieme di circuiti di cui il più famoso è il Nordschleife, che possono arrivare a snodarsi complessivamente per oltre 20 km, con condizioni di asfalto, pendenza e pericolosità, assai impegnative. Viene da sé che una vettura in grado di “girare” bene sull’Inferno Verde, risulti adatta ad un uso stradale intenso.

Per anni il circuito ospitò anche il Gran Premio di F1, precisamente sul percorso lungo e fu giudicato pericoloso anche in virtù dell’incidente che coinvolse Niki Lauda nel 1976. Guidare al Nürburgring è un desiderio che molti appassionati, me incluso, desiderano soddisfare, benché avrei qualche remora a girare con la mia vettura, pena metterla “a muro” o finirne i freni e le gomme, dopo un uso intensivo.

Come accennavo, i costruttori utilizzano sapientemente l’espressione “testata al Nürburgring” anche dal punto di vista commerciale, tanto che i conduttori di Top Gear, per un certo periodo si divertirono a commentare e a chiedersi se qualunque mezzo passasse per le loro mani fosse stato testato laggiù. Il riferimento è quindi sul miglior tempo, che per le hypercar è di poco inferiore ai 7’, ma che poi ha i vari record per ciascuna categoria. Attualmente, tra le auto di serie, se così si può definire serie, il record appartiene alla Porsche 918, che è andata anche sotto i 7’, ma che probabilmente rischia di essere la detentrice per sempre, se i gestori dell’impianto decideranno di non far proseguire gli “hot lap”.

La decisione dell’introduzione dei limiti di velocità in circuito non è stata però peregrina e senza fondamento, perché ha preso spunto dai molteplici incidenti, documentati con dovizia su Youtube, di cui l’ultimo episodio è purtroppo mortale, ovvero quello occorso ad uno spettatore durante una gara di VLN Endurance, causato dalla Nissan GT-R guidata dal pilota inglese Jann Mardenborough, che è letteralmente volato in aria, atterrando poi senza controllo contro le barriere, in uno scontro tanto rovinoso da causare la morte di chi si trovata dietro le protezioni. Per la cronaca, il pilota è uscito illeso.

Oltre a provare un sincero dispiacere per il povero spettatore, permane qualche perplessità sulla decisione di proibire anche i giri veloci. Non vorrei apparire eccessivamente libertario, ma se la motivazione fosse davvero quella, dovrebbero vietare i rally in ogni loro forma, perché in questo caso gli spettatori costituiscono in molti casi il “guardrail” del percorso ed i tristi fatti della scorsa estate ne confermano la pericolosità.

Attenendomi a questo ragionamento, trovo che per frenare i bollenti spiriti sia meglio un circuito che non la strada. In fondo non riscontro nulla di strano se una vettura, guidata da un pilota esperto, perché diversamente non potrebbe essere, cerchi di staccare il miglior tempo. Il problema è, semmai, lo stato del circuito e il fatto che su di esso stiano circolando contemporaneamente veicoli diversi, giacché, pagando, anche un camper può scendere in pista, al pari di una moto.

Sarebbe tutt’al più necessario regolamentare la circolazione e le sessioni di pista, senza contare che in seguito ad un incidente del genere ci si sarebbe aspettati piuttosto un divieto al pubblico, che non uno di “pestare forte”. Non voglio tessere l’elogio della velocità, ma trattandosi di un circuito e non di strade aperte, non mi parrebbe necessario nemmeno ricordare ciò che tutti gli appassionati di motori sanno, tanto che viene persino riportato sui biglietti di molte manifestazioni: “Motorsport is dangerous”.

Ciò deve risultare, secondo me, non come un monito, ma come una presa di coscienza del fatto che quel contesto contenga situazioni di pericolo, ovunque ci si trovi.

Pare che il divieto sia stato temporaneo e la conferma risiederebbe in quello che sto per citare, spianando nuovamente la strada anche ai costruttori che intenderanno sfidarsi sul migliore tempo. La nuova Alfa Romeo Giulia ha staccato un tempone, che mette alle sue spalle svariate supercar (ha senso non considerare essa stessa una supercar?) e che “riapre” la partita tra i costruttori. Quel che sembra certo, è che Case e uffici stampa non siano intenzionati a concepire un Nürburgring a velocità ridotta.

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Informazioni su aedser

Chi sono? Nasco a Torino il 2 agosto 1976, il giorno dopo l'incidente di Lauda al Nürburgring e lo stesso anno in cui Lucio Dalla pubblica l'album "Automobili". Impiego circa un anno per appassionarmi anche io di automobili. Conservo gelosamente, come Zio Paperone, la mia "numero uno": una Maserati di latta a cui ovviamente sono molto affezionato. Ho praticamente imparato a leggere sui depliant di automobili e non ho quasi mai smesso di collezionarne, con grande gioia di chi mi sta attorno. La mia passione non si è mai arrestata, anzi si è evoluta: pian piano hanno iniziato a interessarmi la tecnica e il design. Mi cibo di riviste, mi piacciono praticamente tutti i "generi" di automobile. Mi piace guidare e parlare di automobili. Mi diverto con i test drive. La mia vita è fatta anche di altro: sono laureato in Architettura, corro e scio con grande soddisfazione, ho una compagna, un figlio e nella mia vita non possono mancare i pastori tedeschi. Se non si fosse capito, difficilmente potrei vivere senza automobili.

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