Vox populi


Vox populi, vox dei, recita un detto latino. Siamo poi così certi che la voce del popolo sia sempre quella più veritiera o, perlomeno, quella più vicina alla verità assoluta? Il pensiero mi stuzzica spesso, frequentando più o meno attivamente numerosi blog e forum automobilistici in rete. Lungi da me criticare chi pensa in maniera diversa da me: non mi permetterei mai, sennò non avrei deciso di tenere un blog che si fonda proprio sulla bellezza della condivisione dei pensieri. Tuttavia uno degli aspetti che mi colpiscono più spesso,  è la superficialità di alcuni ragionamenti e un certo attaccamento al “passato” di molti frequentatori. Per fortuna non di tutti, visto che in rete esistono sia appassionati competenti, che persone più o meno “educate” e rispettose. E’ il bello e il brutto di internet, quindi è un aspetto che va messo in conto per questo strumento a mio avviso eccezionale, quale è la rete.

Dicevo, non me abbia male nessuno, che vi sia una scarsa propensione media al rinnovamento ed esista una certa diffidenza, per non dire rifiuto verso ciò che è nuovo. Vi sottoporrò alcuni esempi, con modelli di fantasia…

Supponiamo che vi sia una certa Giulietta, che subentra dopo quasi 10 anni alla 147, un modello che tra le Alfa recenti ha avuto molto successo, facendo riavvicinare molti acquirenti o strappandone di nuovi alle concorrenti. Togliendo gli entusiasti e i denigratori tout court, che statisticamente si annullano, resta una parte della community che sostiene che la 147 non andava sostituita e sarebbero bastati alcuni aggiornamenti  (ignorando ad esempio che in 10 anni la tecnologia compia enormi progressi, tali per cui una nuova Panda possa essere più “avanti” di una media), altri ancora inneggiano al ritorno della trazione posteriore o dei motori Twin Spark, senza probabilmente riflettere sulla vetustà e sui costi di adozione di certe tecnologie. Potrei proseguire annoverando (per ipotesi, chiaro…) coloro i quali vorrebbero un ritorno ai fasti delle passate Alfa: quali? Negli ultimi 30 anni le Alfa sono in molti casi peggiorate e pur offrendo valori di guida e feeling tecnologico, oggi non sarebbero più in grado di soddisfare un pubblico esigente ed evoluto. Mi fermo qui, ma se parlassimo della MiTo, ne sentiremmo di tutti i colori e così via. Esiste fortunatamente una grossa fetta di appassionati che riconosce nella Giulietta, molte delle caratteristiche che ne decretano un certo successo, per lo meno in Italia.

Altro esempio: si leggono a più riprese critiche sul design Bmw dall’era Chris Bangle in poi (e sono già tanti i modelli che non nascono più sotto la sua guida). Trascurando il fatto che i risultati di mercato smentiscano i pareri estetici e non, di molti “critici della Rete”, si riscontra come qui si cerchi di attaccare volgendo lo sguardo al passato, in cui i modelli erano sostanzialmente 3, con un design quasi “a stampino” , dunque poco fantasioso ( senza valutare se fosse brutto o bello). Lo stile è soggettivo, si sa, ma nuovamente qui non si capisce come mai si dovrebbe congelare ogni cosa al trentennio precedente, senza compiere passi avanti, che si possono rivelare passi falsi, ma possono invece apportare nuova linfa. Anche in questo caso, mi sento critico sul pensiero comune.

Potrei continuare riportando il pensiero secondo cui “le Audi sono tutte uguali” e in parte magari è vero, visto che i designer stanno correndo ai ripari, ma anche questa soluzione è figlia di filosofie di marchio, di azzardi e di errori, che poi non sono nemmeno tali, visto che spesso il mercato premia questi costruttori.

Il fenomeno del “ritorno al passato” ha interessato anche la nuova Kuga, che è stata forse un po’ addomesticata nelle linee per poter piacere ad un pubblico mondiale, ma che risponde a precisi canoni estetici – del 2013 e non del 2007- secondo i quali si “va avanti” e non ci si ferma. Sono molti a preferire (lecitamente) il modello precedente, ma non sarebbe sufficiente ciò a fronteggiare la concorrenza. La freschezza di un modello è sempre un fattore vincente.

Persino per la Mini c’è forse chi vorrebbe in produzione quella di Issigonis del 1959 e non oso immaginare i commenti al momento del lancio del futuro Land Rover Defender o della Classe G Mercedes…

Non proseguo oltre, perché avrete capito il meccanismo e invece pongo la mia questione? Perché ci si fossilizza verso il passato? Da appassionato di design sono sempre curioso di scoprire dove si sposterà l’asticella della sfida e attendo con curiosità i modelli nuovi, ma senza pensare che il nuovo debba essere la replica del passato. In tutto, nella vita come nel campo dell’auto si deve guardare avanti, pur non dimenticando le proprie radici, anzi ragionando verso l’evoluzione. Nell’automobile, oltre al determinante peso del marketing, c’è quello della tecnologia che inevitabilmente e fortunatamente evolve. Le nostre auto sono quasi prodigiose persino se confrontate con una di 10 anni fa: gli standard di sicurezza ci consegnano automobili realmente sicure e protettive, ma impongono inevitabilmente restrizioni e condizionamenti allo stile che rendono potenzialmente più sgraziate le vetture odierne rispetto alle sorelle quindicenni.

Da qui il ragionamento a considerare l’evoluzione dello stile come “arma” per migliorare, di pari passo con lo sviluppo tecnologico e la ricerca sui materiali. Ciò che è passato è passato. Punto. Ogni prodotto è “figlio” del proprio tempo e delle condizioni tecnico-stilistiche che lo caratterizzavano. Oggi abbiamo compiuto passi avanti, perché è superiore al passato l’attenzione anche per particolari secondari, che contribuiscono ad armonizzare il complesso. Quando in un post di qualche mese fa sostenevo che le auto di oggi fossero più “belle” rispetto a quelle del passato, mi riferivo anche questo aspetto. Ha senso e lo ribadisco, apprezzare le auto del passato, anche recente, ma lasciamo che esistano e migliorino quelle del presente o del futuro.

Buone discussioni a tutti: vado a fare un giro nei forum…

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Informazioni su aedser

Chi sono? Nasco a Torino il 2 agosto 1976, il giorno dopo l'incidente di Lauda al Nürburgring e lo stesso anno in cui Lucio Dalla pubblica l'album "Automobili". Impiego circa un anno per appassionarmi anche io di automobili. Conservo gelosamente, come Zio Paperone, la mia "numero uno": una Maserati di latta a cui ovviamente sono molto affezionato. Ho praticamente imparato a leggere sui depliant di automobili e non ho quasi mai smesso di collezionarne, con grande gioia di chi mi sta attorno. La mia passione non si è mai arrestata, anzi si è evoluta: pian piano hanno iniziato a interessarmi la tecnica e il design. Mi cibo di riviste, mi piacciono praticamente tutti i "generi" di automobile. Mi piace guidare e parlare di automobili. Mi diverto con i test drive. La mia vita è fatta anche di altro: sono laureato in Architettura, corro e scio con grande soddisfazione, ho una compagna, un figlio e nella mia vita non possono mancare i pastori tedeschi. Se non si fosse capito, difficilmente potrei vivere senza automobili.

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