Pensieri rapidi #13


L’episodio arcinoto e arcicommentato (su cui non intendo approfondire) tra Rossi e Marquez a Sepang mi ha evocato una di quelle situazioni tipiche nella guida di tutti i giorni, in cui riteniamo di essere ostacolati, “subiamo” per alcuni km e poi reagiamo sorpassando e magari chiudendo un poco la traiettoria di chi viene considerato ostacolo del nostro cammino. Senza peccare di presunzione, ritengo che ad ognuno di noi sia capitato di comportarsi così, magari poi talvolta pentendosi anche del gesto, ma sentendo quasi liberatorio il “dover fare” qualcosa. Lungi da me giustificare la “guerriglia” al volante, anzi, mi rendo conto che con il passare degli anni stia aumentando la mia pazienza e una certa tolleranza, ma quel che intendo dire (anche a me stesso) è che occorrerebbe sempre ragionare un secondo in più, dal momento che su strada non esistono i margini di sicurezza offerti dalla pista. Ribadisco, è difficile, ma occorre impegnarsi, così come occorre impegnarsi per non costituire intralcio. Per molti, essere sorpassati equivale ad un oltraggio, mentre farsi da parte sarebbe solo un gesto di civiltà e sicurezza.

Ho letto, la notizia ogni tanto rimbalza ancora in rete e su carta stampata, che la figlia dello scomparso attore Paul Walker, intende o forse ha già dato mandato ai suoi avvocati, fare causa alla Porsche per l’incidente che ha coinvolto il proprietario della vettura e, appunto Walker, che ne era passeggero. Impossibile per me giudicare non conoscendo molto della vicenda, ma di certo la figlia di Walker vorrebbe un risarcimento dalla Porsche, rea di non aver prodotto un’automobile sicura. Dalle notizie reperite in rete, pare che la vettura montasse gomme consumate e vecchie, inoltre la dinamica dell’incidente lascerebbe intuire che il guidatore si sia lasciato prendere la mano e abbia lanciato la vettura a notevole velocità, per giunta in curva. Da qui ho sviluppato due personalissime considerazioni. La prima, riguarda forse un certo pregiudizio riguardante le supercar, ritenute potentissime e indistruttibili, mentre è vero quasi l’opposto: hanno strutture robuste per essere leggere e resistenti, ma possono permettersi di non rispettare alcuni criteri di sicurezza sui crash test, grazie alla realizzazione in piccola serie. La seconda considerazione riguarda il paradosso tra il ritenere pericoloso condurre certe vetture, anche ad alta velocità e su strada aperta, dunque con notevoli rischi e poi disprezzare la guida autonoma, che potenzialmente, dico potenzialmente, azzera gli incidenti. Ho esagerato, ovviamente, ma dal momento che a me piace guidare, ma il futuro è inarrestabile, quindi prima o poi la guida assistita in qualche misura ci coinvolgerà, occorre essere realisti.

Posto che affrontare una bella serie di curve in montagna, seduto su una giusta dose di coppia, continui a rappresentare uno dei miei piaceri preferiti, mi accorgo con realismo estremo e forse rassegnato, che la guida quotidiana in città mi ha cambiato, anzi, sono io ad esser cambiato e guardo il traffico attorno a me con altri occhi. Per non sentirmi particolarmente frustrato, nonché per non alleggerire inutilmente il serbatoio, il mio obiettivo costante è il maggior risparmio di carburante, senza voler forzatamente viaggiare a 20 km/h, il che talvolta è persino più oneroso. Grazie al cambio automatico (che in sé fa consumare di più, poiché porta anche più kg a bordo) e alla modalità di veleggio, ovvero lo stacco automatico del cambio quando non serve, cerco ormai di minimizzare le accelerazioni e le frenate, lasciando scorrere di più la vettura. Mi accorgo che nel traffico è certamente una pratica non sempre facile, ma devo dire che adottare una guida predittiva presenta dei vantaggi, in termini proprio di consumo e lo sarebbe ancor più se tutti adottassero uno stile fatto meno da accelerazioni e frenate. Mi sembra ormai di parlare da “pentito del gas”, ma per indorare a me stesso questo ragionamento, penso anche alla possibilità di “spendere” una fetta di bonus sulle strade e nelle condizioni in cui è consentita la modalità “sport”, per l’auto e per la mia testa.

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Informazioni su aedser

Chi sono? Nasco a Torino il 2 agosto 1976, il giorno dopo l'incidente di Lauda al Nürburgring e lo stesso anno in cui Lucio Dalla pubblica l'album "Automobili". Impiego circa un anno per appassionarmi anche io di automobili. Conservo gelosamente, come Zio Paperone, la mia "numero uno": una Maserati di latta a cui ovviamente sono molto affezionato. Ho praticamente imparato a leggere sui depliant di automobili e non ho quasi mai smesso di collezionarne, con grande gioia di chi mi sta attorno. La mia passione non si è mai arrestata, anzi si è evoluta: pian piano hanno iniziato a interessarmi la tecnica e il design. Mi cibo di riviste, mi piacciono praticamente tutti i "generi" di automobile. Mi piace guidare e parlare di automobili. Mi diverto con i test drive. La mia vita è fatta anche di altro: sono laureato in Architettura, corro e scio con grande soddisfazione, ho una compagna, un figlio e nella mia vita non possono mancare i pastori tedeschi. Se non si fosse capito, difficilmente potrei vivere senza automobili.

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